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Violenza sulle donne anche in RSA! Vergogna senza fine

giornata contro violenza sulle donne

Abbiamo letto con grande sconcerto la notizia che i nostri compagni del Veneto hanno avviato uno studio sulla Violenza di genere nella case di riposo. La UILP  dice di avere l’obiettivo  non solo  di conoscere i numeri del fenomeno, come spiega la segretaria generale Debora Rocco, ma di gettare le basi per un protocollo operativo condiviso con i mmg, geriatrie e case di riposo.

Il progetto di ricerca, cofinanziato con la collaborazione dell’università Ca’ Foscari di Venezia, sarà sulla violenza di genere nelle case di riposo, perché” “In queste strutture esistono delle vere difficoltà che si riflettono sul servizio offerto agli assistiti, dato dai problemi relativi agli aumenti delle rette e delle liste di attesa, la mancanza di personale, con situazioni di disagio profondo, date proprio dal fatto che il personale nelle strutture è insufficiente nei numeri e perciò esausto”.
Qualunque sia la situazione, nulla giustifica i maltrattamenti verso gli anziani e i casi di violenza. Quando nel corso della “giornata contro gli abusi sugli anziani” sono cominciati ad emergere i dati delle RSA, siamo rimasti ancora più increduli che proprio  Enti che investono molte risorse sulla loro immagine di “grande famiglia”,  con rette così elevate e a cui vengono affidati gli anziani in genere molto fragili, non adottino misure di prevenzione, contrasto e repressione  di atteggiamenti così odiosi e intollerabili come la violenza sui loro ospiti.

Le donne ospiti delle RSA sono poi percentualmente le più colpite da questi gesti e , ci chiediamo quante altre lo siano senza avere la possibilità di denunciarlo. Le donne sono in maggior numero nelle RSA, le donne sono le più anziane nelle RDSA, le donne sono maggiormente affette da patologie di decadenza cognitiva o di morbo di Alzheimer che fa di loro delle vittime predestinate delle intolleranze di chi le assiste o dovrebbe farlo. La violenza verso un fragile è l’urlo, è il gesto sgarbato, è l’assenza di assistenza quando richiesta, è lasciarlo solo “perché tanto non capisce” ed è tante altre cose che configurano dei veri reati. 

La ricerca partita in Veneto grazie alla UILP  ci darà dei dati e forse ci spiegherà le ragioni , se ce ne sono di plausibili, di questa vergogna, ma intanto continuiamo a lottare perché  questi “scarti” che sono i vecchi malati, siano protetti dallo strazio di sentirsi maltrattai da chi dovrebbe avere cura di loro.

 

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