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Ogni 100 giovani ci sono 177 anziani: sul Giorno l’analisi UILP

L’inverno demografico, con l’inarrestabile invecchiamento della popolazione, sta provocando un terremoto nel mondo del lavoro. Ogni 100 giovanissimi in Lombardia ci sono 177 anziani, secondo quanto emerge da un nuovo rapporto della Uil Pensionati regionale che ha analizzato l’indice di dipendenza, cioè il rapporto fra popolazione in età attiva e in età inattiva in un determinato territorio. Da
un lato lavoratori di età sempre più avanzata con un mancato ricambio generazione, e dall’altro condizioni sempre più precarie per i giovani che entrano nel mercato del lavoro.
Esercito dei Neet
A metterci il carico da 90, in una situazione di squilibri che genera un “problema di sostenibilità economica”, è la crescita dell’esercito dei Neet. Solo nella Città metropolitana di Milano sono 250mila i giovani fra 15 e 34 anni inattivi,
che non studiano e non sono in cerca di lavoro, mentre le imprese continuano a registrare difficoltà nel trovare personale.
Lavoratori sempre più old
“L’indice di ricambio della popolazione attiva – si legge nel rapporto Uil – ossia il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione ﴾60/64 anni﴿ e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro ﴾15/19 anni﴿ ci mostra un indicatore molto alto, per la Lombardia 136, con picchi che a Pavia sfiorano 160″. Significa una popolazione attiva sempre più anziana, con un ricambio
generazionale squilibrato. “La statistica – spiega Serena Bontempelli, segretaria generale della Uil Pensionati Lombardia – con i suoi indici ci mostra la via. Un territorio che invecchia deve investire sulle strutture di accoglienza e di sostegno ai bisogni di quella popolazione, oppure individuare politiche atte a riequilibrare la situazione puntando su servizi alle giovani coppie per incidere sul calo demografico. Oppure, fare entrambe le cose. Quello che
non si può fare è ignorare i segnali preoccupanti del cambiamento che sta avvenendo nella nostra società”.
Orientare i giovani
Una delle possibili soluzioni è quella di orientare i giovani verso quegli impieghi che offrono maggiori opportunità di crescita, per uscire dalla spirale dei “lavoretti“ e del
precariato. “Mentre l’occupazione continua a crescere sono ancora troppi i giovani che restano esclusi dal lavoro e dalla formazione”, spiega il giuslavorista Maurizio Del Conte, presidente di Afol Met, a capo dei centri per l’impiego della Città metropolitana. “La rivoluzione tecnologica in atto offre una chance straordinaria ai giovani – sottolinea – che sono nativi digitali e veloci nell’apprendere le nuove tecnologie.
Ma occorre fornire loro la formazione giusta per soddisfare la crescita esponenziale delle nuove competenze richieste dalle aziende. Per questo Afol ha allargato il proprio catalogo formativo con corsi all’avanguardia per tutta la filiera delle professionalità legate al mondo dell’IT e dell’intelligenza artificiale”.

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