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INPS Lombardia rendicontazione 2023: dati interessanti 1 puntata

Un abstract a cura della UILP Lombardia  della rendicontazione dati 2023 presentata da INPS Lombardia:

1 puntata

Prestazioni pensionistiche e previdenziali

Nel quadriennio 2020-2023, il numero delle pensioni IVS liquidate ha subito numerose variazioni. Il 2021, in particolare è l’anno con il maggior numero di pensioni liquidate, mentre in seguito si assiste ad un andamento tendente al ribasso (n. 155.621 nel 2022 e n. 146.560 nel 2023). La riduzione interessa tutte le gestioni, ad eccezione della gestione Lavoratori Parasubordinati (n.2379 nel 2022 e n. 2510 nel 2023). Anche il dato relativo alle pensioni supplementari denota un incremento (n. 7998 nel 2022 e n. 8112 nel 2023). Nel 2023, in regione Lombardia sono vigenti circa 2.971 pensioni IVS, il cui importo medio è leggermente più elevato della media nazionale, ad eccezione delle pensioni dei dipendenti pubblici il cui importo medio è di poco inferiore. Delle 2.970.968 prestazioni previdenziali vigenti in Lombardia nel 2023, circa l’87,40% è riferito a pensioni liquidate nella gestione privata, mentre solo il restante 12,6% è erogato a pensionati della gestione pubblica. Le pensioni liquidate per regime di calcolo nel quadriennio 2020-2023 seguono un andamento oscillatorio. Nel 2023 si osserva una diminuzione dei trattamenti liquidati con il calcolo contributivo sia in FPLD che nelle gestioni dei dipendenti pubblici rispetto al 2022 e 2021. È possibile osservare come i tempi di accoglimento delle pensioni, nella maggior parte dei casi, non superino i trenta giorni. In relazione alle anticipazioni pensionistiche, il numero di domande accolte per la prestazione di Opzione Donna è nettamente diminuito. La diminuzione è la conseguenza dell’introduzione dal 2023 di particolari condizioni di accesso all’anticipo, che viene riservato a solo tre categorie di lavoratrici: caregiver, donne con invalidità civile in misura pari o superiore al 74% e a chi è stata licenziata o è dipendente in imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Le domande accolte in regione nel 2023 in relazione agli anticipi Quota 100 e 102 sono in marcata flessione rispetto agli anni 2021 e 2022. Relativamente alla prestazione di APE sociale, per l’anno 2023 si conferma la tendenza del 2022, con dati in crescita. Si riduce, invece, il numero di certificazioni accolte per i Lavoratori Precoci.

Prestazioni assistenziali e sociali

Nel 2023, i beneficiari di prestazioni di Invalidità Civile – Regione Lombardia sono pari a 417.397, di cui il 74,69% risultano essere titolari di indennità di accompagnamento, prestazione non collegata a requisiti anagrafici e reddituali. Sono aumentati i tempi medi complessivi di fase sanitaria e amministrativa che da 99 giorni, passano a 102. Nel dettaglio, si evidenzia un aumento dei tempi medi per la fase sanitaria (da 79 giorni a 83 giorni) e una diminuzione per quelli concernenti la fase amministrativa (da 20 giorni a 19 giorni). La contrazione dei tempi della fase concessoria è dovuta al processo di semplificazione del procedimento dell’invalidità civile e all’introduzione degli automatismi di liquidazione delle prestazioni. Di recente, infatti, è stata completata l’automazione di una serie di processi, fino a ieri oggetto di attività manuali poste in essere dagli operatori di Sede. Gli effetti positivi dell’attività di semplificazione hanno consentito concretamente di arginare le criticità relative al consistente turnover del personale, che nel 2023 ha interessato l’intera regione. I dati regionali rapportati a quelli nazionali sono positivi sia per quanto concerne la fase sanitaria che per quanto concerne la fase amministrativa, in quanto inferiori alla media nazionale. Nel 2023, sono state accolte circa il 48% delle domande presentate per RdC e PdC, in linea con quanto accaduto nel 2022. La prestazione di RdC si è conclusa nel 2023 ed è stata sostituta dall’Assegno di Inclusione (ADI) e dal Supporto Formazione Lavoro (SFL). L’AdI è stato istituito con il cd. Decreto Lavoro, a decorrere dal 1° gennaio 2024, quale misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro. Il Supporto Formazione e Lavoro è stato invece istituito dal 1° settembre 2023, al fine di favorire l’attivazione nel mondo del lavoro delle persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa, quale misura di attivazione al lavoro, mediante la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro comunque denominate. Nel marzo 2022, l’Assegno al Nucleo Familiare (ANF) è stato sostituito dall’Assegno Unico e Universale; tuttavia, l’Assegno al Nucleo Familiare viene ancora erogato a favore di alcune categorie specifiche di beneficiari. Pertanto, il dato esposto relativamente al 2023 della prestazione ANF è conseguenza sia dell’introduzione della nuova prestazione da marzo 2022, sia dall’esaurimento degli effetti prodotti dalla Sentenza della Corte costituzionale n. 67 dell’11 marzo 2022, recepita con circolare INPS n. 95 del 2022. I congedi di maternità e parentali restano pressoché invariati rispetto al 2022 e si confermano numericamente esigui per effetto del noto fenomeno della denatalità. Infine, i dati aggregati elaborati nelle ultime tabelle del capitolo, attengono, nel panorama del welfare gestito da INPS, ai servizi erogati dai Fondi Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, Ex ENAM e EX IPOST e rappresentano una esperienza di mutualità solidaristica e intergenerazionale che impatta su una importante platea di potenziali beneficiari diretti e indiretti nel territorio regionale. Le prestazioni sono erogate ai dipendenti pubblici in servizio e in quiescenza, e loro familiari, iscritti ai relativi Fondi. Il patrimonio dei Fondi è costituito dalle quote di iscrizione e dai proventi delle prestazioni creditizie, ovvero gli interessi per mutui e prestiti erogati che vengono reinvestiti in prestazioni di welfare, creando un circolo finanziario virtuoso per i beneficiari. In particolare, il Fondo Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, dotato di un solido patrimonio di oltre nove miliardi di euro a livello nazionale, eroga le prestazioni di welfare interamente nell’ambito delle entrate correnti, e, pertanto, non è a carico della fiscalità generale. Le prestazioni di cui godono i beneficiari spaziano dall’ambito creditizio, ai servizi per l’istruzione, per la formazione, la riqualificazione professionale, la salute, il benessere, i giovani, l’invecchiamento attivo, le persone non autosufficienti.

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